sabato 23 luglio 2011

Contini: opportuna l’abolizione delle Province

«Ritengo che il recente voto in Parlamento non possa rappresentare l’ultima parola sul tema dell’abolizione delle province. Al contrario, e senza voler accendere inutili polemiche, sono convinto che della loro progressiva eliminazione si debba tornare a parlare. Con serenità e seriamente.» A due settimane dal no della Camera all’abolizione degli enti provinciali, il sindaco Mauro Contini torna con decisione sull’argomento. «Dal momento che io stesso sono stato eletto consigliere provinciale per tre mandati, ricoprendo svariate cariche, posso dire di parlare con cognizione di causa», puntualizza.
Ricordando che la proposta di abolizione rientrava nel programma elettorale del Pdl nel 2008 e che anche il Pd – almeno fino al voto parlamentare di qualche giorno fa, quando si è astenuto – aveva sempre sostenuto posizioni analoghe, il sindaco prosegue nelle sue considerazioni: «Attualmente si contano 110 province che costano ogni anno circa 17 miliardi di euro. Nessuno nega che abbiano avuto un ruolo importante nello sviluppo amministrativo e democratico di questo Paese. Ma col passare del tempo le competenze delle province si sono fatte sempre più sfumate e residuali e oggi la loro incidenza concreta sulla vita dei cittadini è decisamente scarsa:. Al contrario, ai Comuni vengono demandate responsabilità sempre maggiori e funzioni sempre più numerose e importanti, con risorse umane e finanziarie ogni anno più limitate.» «E’ paradossale che il principio di sussidiarietà rispetto ai Comuni si attui unicamente per ciò che concerne le competenze, senza che tuttavia vengano fornite le risorse necessarie» osserva Contini. «In una fase nella quale si parla quotidianamente di ridurre i costi della politica e di migliorare l’efficienza delle amministrazioni sarebbe logico che le risorse e il personale provinciali venissero trasferiti ai Comuni. In questo modo si otterrebbe al contempo una riduzione dei costi e un miglioramento dei servizi per i cittadini. E nei casi in un cui il singolo ente comunale si dimostra insufficiente per gestire le esigenze e i bisogni del territorio, anziché sulla moltiplicazione degli enti provinciali si potrebbe puntare maggiormente sulle unioni di comuni, che consentono una razionalizzazione delle funzioni e bassi costi di gestione.»
«Non credo che il dibattito sull’eliminazione delle province possa essere ridotto a una semplice questione di schieramento o di convenienza politica – conclude Contini – È invece una necessaria valutazione di opportunità e di efficienza. In un momento di grave crisi economica sono i cittadini a chiedercela.»

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